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INDIPENDENZA GRECA, GUERRA DI
(1821-1829). Inserita nel complesso processo di disgregazione dell'impero ottomano nelle province balcaniche, iniziò quando in molti centri della penisola, dove si era diffusa una setta segreta denominata Eteria, scoppiarono rivolte che si estesero fino ai principati romeni di Moldavia e Valacchia. Qui il generale greco A. Ipsilánti affrontò le truppe turche, ma fu battuto. Nel sud, invece, i moti ebbero un esito più favorevole e il 1° gennaio 1822 fu proclamata a Epidauro l'indipendenza e costituito un governo nazionale. La guerra proseguì con fasi alterne e in favore della Grecia si mobilitò l'opinione pubblica liberale di tutta Europa (filoellenismo). Nel 1827, mentre grazie all'intervento militare egiziano tutta la Grecia continentale ritornava sotto il controllo ottomano, Inghilterra, Francia e Russia decisero nella conferenza di Londra di imporre ai turchi un armistizio e il riconoscimento dell'autonomia ellenica. Avendo il sultano rifiutato, ne scaturì una guerra che vide impegnate le tre potenze contro i turchi e si concluse con la pace di Adrianopoli (1829). Nacque così un regno ellenico indipendente, anche se meno esteso territorialmente rispetto alle aspirazioni; non comprendeva, infatti, le ricche regioni della Tessaglia e dell'Epiro, né Creta e le isole Ionie. Imposto dalle grandi potenze, nel 1832 fu proclamato re della neonata Grecia il principe Ottone di Baviera.
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